ARA! ARA! Come scivolate giù dai drappi di bandiere in moto costante, simbologie araldiche prendono peso e forma. Esseri chimerici e figure oniriche appaiono come sfogliando un armoriale o bestiario medievale. Sembrano raccontarci storie di conflitti che hanno avuto luogo nel perimetro ben definito di un emblematico campo di battaglia. In tempi antichi, i segni grafici e gli accostamenti di colore sulle armature nascevano per l’esigenza bellica di identificare le diverse fazioni durante gli scontri. Ebbero origine così gli stemmi, un sistema di segni, figure e colori, organizzati all’interno di una sagoma, spesso a forma di scudo. Servivano a comunicare, seguendo un preciso alfabeto segnico, l’identità di un individuo, di una famiglia o di un’intera comunità. Emblemi che sotto forma di colori vivaci e animali fantastici sottendono tensioni politiche, espressioni di appartenenza, affermazione e potere. ARA! ARA! è la definizione di un simbolo: un potere in ascesa che sceglie un volatile per rappresentare se stesso. Non un maestoso quanto temibile rapace come l’aquila, animale spesso utilizzato come simbolo araldico di potenza. Al contrario un volatile a cui riconosciamo un carattere allegro e brioso diventando, secondo uno sguardo popolare occidentale, un’icona esotica: il pappagallo ARA. Nel circo è stato introdotto per le sue capacità acrobatiche che, insieme ai colori vivaci del piumaggio e alla capacità di ripetere suoni e parole per imitazione, ne hanno fatto un perfetto animale da intrattenimento in cattività. ARA! ARA! rappresenta un potere seducente per il suo aspetto innocuo e festoso che come il volatile, imita e ripete, riportando modelli del passato, ignorando contenuti ed effetti.
Seconda parte di un dittico iniziato con AeReA, ARA! ARA! continua a indagare il potere simbolico della bandiera, attingendo alla tradizione folcloristica dello sbandieramento. Presente in entrambi i titoli, la parola ARA lascia emergere un secondo significato che allude all’antico luogo deputato al sacrificio, qui inteso come meccanismo generatore di morte, inflitta in dono a chi veniva riconosciuto il potere più alto.