SEEKING UNICORNS. Un unicorno, una creatura mossa dal desiderio di affermare la propria presenza nel mondo. Chiara Bersani continua il suo studio sul corpo, custode di una storia unica e irripetibile. Un corpo che identifica come entità percettiva dell’altro come magnete, influenzato dalla rivoluzionaria manipolazione delle distanze tra gli individui.
L’unicorno è un animale mitologico, pur non avendo una forma definita nei miti in cui viene raccontato: talvolta ha forma di bue e talvolta di cavallo. In Seeking Unicorns l’artista desidera risarcirlo dei torti subiti, donandosi interamente ad esso. Vuole regalargli una storia, un amore, una scelta. Accogliere il suo smarrimento attraverso un’idea di corpo politico, corpo che risponde alla sua funzione sociale nel momento stesso in cui sceglie di immergersi nella società. Chi lo incontra non può esimersi dal dargli un significato, interpretarlo, creare attorno a lui aspettative. Seeking Unicorns racconta anche della sfida di Chiara Bersani che, quella della vita da performer “diversamente abile”, ma in grado di donarsi completamente al suo fragile e sradicato animale immaginario.
“Dell’Unicorno non si sa nulla. Le sue radici si sono perse nel susseguirsi di generazioni d’esseri umani distratti. Cosa succede se nell’immaginario collettivo appare una figura dai tratti mitologici eppure orfana di un mito che ne motivi e descriva l’esistenza? Nasce un simbolo. Fragile. Sradicato. Io, Chiara Bersani, alta 98 cm, mi autoproclamo carne, muscoli e ossa dell’Unicorno. Non conoscendo il suo cuore proverò a dargli il mio il respiro, miei gli occhi”.