L’azione è affidata a Matteo Ramponi, performer italiano noto per la sua abilità di diventare invisibile: posto all’interno di una coralità, egli diventa scheletro, struttura. Sparisce tra i corpi ma ne detta il movimento. La sua capacità di svanire sarà il centro dell’intera creazione e il suo obiettivo sarà quello di portare ogni fruitore dell’opera a scegliere di essere lì e diventare parte di un rito collettivo, consapevole che si tratti di una chiamata.
Una dichiarazione di presenza. Un lamento funebre. Una ballata nuziale. Un canto di richiamo. Una scelta di accoglienza.
Ispirata dalle parole profonde di Liliana Segre, la Bersani si interroga sulle proprie responsabilità nel contesto attuale.