“E’ sempre molto complicato sapere dove si sta. E’ sempre molto complicato proteggere l’innocenza abbastanza da poter tenere gli occhi aperti su tutto, l’anima spalancata su tutto “
Ettore Sottsass. There is a Planet
THERE IS A PLANET. Un solo corpo centralizza gli sguardi, ma li porta ad osservare i dintorni. La materia è densa e forte, ma anche delicata e frammentata. Il suono si fa ambiente, ma ne definisce gli spazi. La voce emerge, ma svanisce pian piano. Un solo corpo, ma molte vite. L’indagine che intendo portare avanti prende ispirazione dalla mostra fotografica di Ettore Sottsass presso Triennale Milano (2017-18), da cui deriva l’omonimo titolo. Sono fotografie, scattate in quarant’anni di viaggi intorno al mondo, che riguardano l’abitare e in generale la presenza dell’uomo sul pianeta: tra le pagine scorrono gli scenari incontaminati della natura (panorami di fiumi, foreste, distese marine, rocce) e immagini di architetture, case, persone, situazioni particolari, profondamente umane. Mi interessa condurre una ricerca intrinseca al luogo. Distanziarmi dall’ambiente teatrale, attraverso un’indagine del corpo negli spazi. Un corpo che si abbandona, che osserva, che include, che comunica. Restituire al mondo umanità. Allo stesso tempo proporre uno sguardo che deraglia dall’antropocentrico e si poggia sul fuori, sulla natura e sull’ambiente. There is a Planet in quanto il nostro è uno ed un solo pianeta.