Dopo il successo di Femina, spettacolo finalista Premio Ubu 2023 nella categoria “Miglior spettacolo di danza”, arriva in scena Viro, dedicato alla controparte maschile. Un personaggio in testa, due danzatori in scena. Uguali, specchi opposti che si confrontano. Due che sono: un po’ ragazzi troppo cresciuti e un po’, uomini che non sanno rinunciare all’eterna giovinezza. Liquidi, femminei, autocompiaciuti nella loro depressione, maschi. Maschi contemporanei? Di sicuro appartengono al genere dell’ostensione maschile senza soffio e spirito, inessenziale e vuota. Minimalismo, luci soffuse espongono il maschile in forma coreografica. Capelli grigi e panni ambigui lo vestono.
Stereotipi e luoghi comuni lo snudano agli occhi dello spettatore. L’uomo è Viro, creatura bifronte, spezzata e malinconica. Accompagna la coreografia Olaf Bender, aka Byetone, con “Death of a Typographer”. Sonorità techno, ritmi imperativi e radicali ma ancora “umani”, fluidi, vicini ai flussi del corpo e capaci di generare emozioni. Così gli Abbondanza/Bertoni fotografano il maschio moderno: ferito, centauro, accettato e riconosciuto solo quando si afferma nella sua intrinseca e splendida banalità. Tra gli appuntamenti imperdibili della stagione 2025, Viro sicuramente è uno dei più importanti.