In 120 gr. Sara Pischedda si mette in gioco con delicata ironia, sola sul palco si racconta, si spoglia, danza sulla sua stessa voce ironizzando su un periodo storico ossessionato dalla perfezione. Viviamo in una mostra espositiva di corpi conformi alla massa, senza sbavature, alla ricerca di conferme, in cui immagini, pose, flash e smartphone sono gli ingredienti del nostro quotidiano, accompagnati da un continuo brusio che stordisce, ottunde la mente, confonde il pensiero.
Fino a che punto le parole possono descrivere il nostro aspetto fisico e definire la nostra identità? Dove inizia il simulacro e dove comincia l’individuo? I corpi che si dibattono nel magma virtuale della rete sono diventati invisibili o “ipervisibili”? Cos’è l’uomo in un’epoca divisa tra l’esaltazione e la censura, la venerazione e la critica? Cos’è la “bellezza”? Cos’è la perfezione?