Caronte | ad astratti furori è un lavoro visionario, uno sguardo profondo, fuori dal tempo, in un momento intimo pieno di consapevolezza, rassegnazione, simbolismo e vuoto interiore. Una danza della morte. La perfomance, vincitrice di Danza Urbana XL 2018, è un viaggio nella memoria di un giovane Caronte che ancora non conosce la sua ferocia, destinato all’orrendo compito di nocchiero dell’Ade. Caronte svela gli “astratti furori” del girovagare solitario e il tentativo di un risveglio della coscienza di fronte al malessere, all’impotenza, alle sofferenze, del genere umano. L’incipit di Elio Vittorini ha dato vita al sentimento di una danza totalmente libera:
“Io ero, quell’inverno, in preda ad astratti furori. Non dirò quali, non di questo mi sono messo a raccontare. Ma bisogna dica ch’erano astratti, non eroici, non vivi; furori, in qualche modo, per il genere umano perduto… Questo era il terribile: la quiete nella non speranza… Credere il genere umano perduto e non aver febbre di fare qualcosa in contrario, voglia di perdermi, ad esempio, con lui… Ero agitato da astratti furori, non nel sangue, ed ero quieto, non avevo voglia di nulla… ma mi agitavo entro di me per astratti furori”.