Con grande piacere Mosaico Danza con il festival INTERPLAY annuncia la vittoria per il secondo anno di fila del Bando EFFEA – European Festivals Fund for Emerging Artists, cofondato dall’Unione Europea.
Il fondo è destinato a finanziare progetti realizzati in network con festival europei con lo scopo di sostenere artisti emergenti, la loro crescita professionale e la mobilità della giovane creatività.
Da sempre Mosaico Danza svolge un ruolo essenziale nel panorama nazionale per l’attività di scouting e networking tramite le quali stimola giovani artisti a scoprire scenari “altri” attraverso la partecipazione a progetti in rete e di internazionalizzazione dello spettacolo dal vivo italiano.
In partnership con Dance Festival Malta (capofila del progetto), Jerusalem International Dance Week, Aerowaves Festival Sofia organizzato da Derida Dance Center e Quinzena de Dança de Almada – International Dance Festival, Interplay Festival ospita in residenza a Maggio 2024 il progetto coreografico Dance Beyond Borders.
Questa residenza ibrida riunisce un collettivo di artisti per studiare attraverso la danza e il teatro una narrazione che includa una prospettiva storica quando si parla di persone in cerca di sicurezza. Lo scopo è indagare come l’imperialismo, il colonialismo e il razzismo plasmino il modo in cui raccontiamo storie di sfollamento e confini. Lo sviluppo del pezzo sarà informato da un approccio intertestuale e dalla raccolta di prospettive dalle comunità locali e di rifugiati in Israele e in Italia. La residenza mira a consentire lo sviluppo di una performance e di una presentazione del work-in-progress a Malta e un dialogo tra gli artisti e i partner del festival sulle esigenze, le considerazioni e la gestione delle tournée di produzioni interdisciplinari, in vista di future tournée della performance.
Dance Beyond Borders riunisce la danzatrice contemporanea Julienne Schembri e la danzatrice di flamenco Deborah Falzon nella loro ricerca comune sul potere del movimento per il cambiamento sociale. Le danzatrici si uniscono nella convinzione che le arti e la cultura possano aiutarci a vedere la migrazione forzata e lo sfollamento in modo diverso: creando connessioni attraverso le differenze e rappresentando le voci e le esperienze dei rifugiati nelle performance.